immagine La rabbia del cane: una delle malattie più pericolose per il cane e per l'uomo

La rabbia del cane: una delle malattie più pericolose per il cane e per l'uomo

Tra le malattie infettive che possono essere contratte sia dall'uomo che dagli animali, la rabbia è una delle più conosciute. La legislazione, negli ultimi anni, si è adoperata molto per evitare la diffusione di questa malattia, molto diffusa in paesi sottosviluppati come quelli africani e asiatici, che infetta (spesso mortalmente) l'uomo e viene trasmessa da animali di vario tipo.

La rabbia è pericolosa anche per i nostri cani e gatti, ed è una di quelle malattie che ogni proprietario dovrebbe conoscere sia per l'incolumità del proprio animale che per quella della propria famiglia.

 

 

Che cos'è e come si trasmette

La rabbia è una malattia causata da un virus appartenente al genere Lyssavirus. Se visto al microscopio elettronico ha la tipica forma a "pallottola di fucile", e si trova principalmente nella saliva degli animali.

È da qui che viene trasmesso: il virus, infatti, può infettare praticamente qualsiasi animale a sangue caldo, ma ad avere un ruolo importante nel passaggio della malattia da un animale ad un altro sono i carnivori: cani selvatici, volpi, pipistrelli più alcuni animali non presenti in Italia, come i coyote o gli sciacalli.

Il virus altera il comportamento dell'animale colpito facendo assumere atteggiamenti diversi dal suo abituale modo di comportarsi.

Una volpe, ad esempio, è sospettosa per natura e difficilmente si avvicina ad altri animali come i cani, anche solo per gioco; se colpita dalla malattia, invece, sarà aggressiva e tenderà ad avvicinarsi a qualsiasi animale, mordendolo ma non uccidendolo: in questo modo, tramite la saliva del morso, l'infezione viene trasmessa all'altro animale.

Un ruolo importante nella trasmissione lo hanno anche i pipistrelli: in quanto mammiferi la  malattia funziona nello stesso modo che negli altri animali, ma avendo la capacità di volare ed essendo stati "riabilitati" per risolvere il problema delle zanzare (tramite le casupole da installare in giardino) c'è il rischio di un comportamento anomalo che potrebbe indurli a mordere un animale o un uomo.

Se un cane o un gatto sono infetti possono trasmettere la malattia ad altri animali nello stesso modo.

Che cosa fa

Una volta che entra all'interno dell'organismo, generalmente tramite muscoli (il morso può avvenire in qualsiasi parte del corpo) rimane confinato lì dove è stato inoculato, anche per diversi giorni; è un virus molto lento e per questo può non essere identificato subito, proprio perché i sintomi tipici si manifestano dopo un po' di tempo.

Con il passare dei giorni il patogeno si muove dai muscoli ai nervi e li risale (non passa mai dal sangue) fino a raggiungere, sempre lentamente, le ghiandole salivari così che si ritrovi nella saliva.

La trasmissione, però, non si ferma qui, ma continua fino al cervello, dove agisce in certe aree che fanno cambiare il comportamento del soggetto, rendendolo più incline ad avvicinarsi all'uomo e agli altri animali, ma anche rendendolo più aggressivo e stimolando la secrezione salivare.

Un cane o un gatto con la rabbia è facilmente riconoscibile, perché non si comporta normalmente, è aggressivo, cerca di mordere il padrone e gli altri animali, perde abbondantemente saliva dalla bocca. Passata questa fase, dopo circa 10 giorni dal morso, l'animale si muove sempre meno, non coordina i movimenti e rimane paralizzato per arrivare alla morte. A differenza dell'uomo, non è presente il sintomo tipico del dolore nel bere.

La legge impone comunque di praticare l'eutanasia ad un cane che manifesti i sintomi della rabbia, per evitare la diffusione della malattia.

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Come si previene

La prevenzione della rabbia non viene effettuata dal padrone, bensì dalle autorità sanitarie. Ogni stato europeo stabilisce un piano di vaccinazione degli animali selvatici, e il vaccino viene distribuito tramite polpette di carne che lo contengono e che vengono lasciate nei boschi o comunque nelle aree dove sono presenti animali selvatici da autorità come le guardie forestali.

Per quanto riguarda gli animali domestici, nel caso un cui si sappia che in una zona è presente la rabbia, l'ASL competente mette subito in atto un piano di vaccinazione degli animali; nei territori indenni, invece, rimane attivo un sistema di prevenzione che impedisca la trasmissione dagli animali selvatici a quelli domestici.

Se un cane morde un uomo o un altro animale gli ospedali e i medici veterinari hanno l'obbligo di denunciare il morso e il cane morsicatore viene sottoposto ad una visita veterinaria obbligatoria presso l'ASL competente sul territorio.

In Italia, salvo due casi nel nord-est nel 2011, non si verificano episodi di rabbia dagli anni '70.