Come leggere i risultati dell'esame delle urine negli animali
L’analisi delle urine può fornire importanti indicazioni sullo stato di salute del cane e del gatto. Al contrario di quello delle feci, però, non si sente molto parlare dell’esame delle urine negli animali. In questo articolo andremo a vedere come leggere in modo corretto i risultati dell’esame delle urine nel cane e nel gatto.
A cosa serve l’esame delle urine
Attraverso alcune particolari caratteristiche delle urine dell’animale, è possibile ricavare importanti informazioni sul suo stato di salute generale e soprattutto dei reni e di tutto l’apparato urinario.
Soprattutto nel gatto, infatti, questa parte del corpo è molto delicata e può essere soggetta a diversi problemi. Ma anche nel cane possono manifestarsi disturbi a carico dei reni e della vescica, per cui l’esame delle urine può rivelarne le condizioni.
Per poter raccogliere le urine, può essere importante la collaborazione del proprietario. Nel cane maschio, può essere utile tenere sempre a portata di mano un contenitore sterile per la raccolta delle urine, preparandosi a posizionarlo non appena il cane alza la zampa. La posizione accovacciata assunta dalle cagne e dai gatti, invece, rende più difficile questa manovra.
In questi casi sarà il veterinario ad intervenire, qualora necessario, stimolando la minzione dell’animale o raccogliendo il campione direttamente dalla vescica attraverso la cistocentesi. Questa tecnica è preferibile alla raccolta durante la minzione, perché le urine non vengono a contatto con il pelo e con l’aria, per cui sono meno contaminate.
Cosa significano i risultati dell’esame delle urine
L’esame delle urine si compone di tre fasi principali: esame fisico, chimico e il sedimento urinario.
Per quanto riguarda l’esame fisico del campione di urine, per effettuarlo non servono macchinari o altri strumenti diagnostici, ma solo l’osservazione e i cinque sensi. In particolare si va a valutare:
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Colore: normalmente è giallo chiaro, con una sfumatura più aranciata nel gatto, ma può risultare rosato in presenza di emorragie, biancastro se c’è del pus a causa di infezioni batteriche, verdastro o marroncino per problemi del fegato;
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Aspetto: osservando le urine in controluce, il loro aspetto deve essere limpido, luminoso e trasparente. Se invece diventa torbido, cioè opaco o con delle piccole scorie galleggianti al suo interno, potrebbero esserci diversi problemi, come la presenza di tracce di pus, sangue, batteri o parassiti;
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Odore: le urine del cane e del gatto hanno un odore leggermente diverso rispetto a quello delle persone, per cui si può avvertire una certa nota agliacea. Invece si può considerare alterato un odore di ammoniaca, tipico delle infezioni o dei problemi renali, oppure simile a quello della frutta matura, in caso di diabete.
Attraverso l’esame chimico, invece si valutano altre caratteristiche del campione delle urine, tra cui:
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Peso specifico: è un indicatore della capacità dei reni di concentrare le urine. Le urine sono più concentrate quando la quantità di acqua al loro interno è inferiore rispetto a tutte le altre sostanze. Per capire meglio questo aspetto, pensiamo ad esempio al fatto che quando non beviamo per tanto tempo, le urine diventano più gialle e ne produciamo di meno, al contrario di quando abbiamo bevuto da poco un bel bicchiere d’acqua, e sembrano più trasparenti. Il gatto è tra gli animali che produce le urine più concentrate, che infatti sono più dense, scure e meno abbondanti rispetto al cane. Maggiore è il peso specifico delle urine, maggiore sarà la loro concentrazione. Normalmente infatti nel gatto hanno un peso specifico di 1.015-1.080, mentre nel cane al massimo 1.060. Il peso specifico aumenta in caso di febbre, vomito, diarrea, diabete mellito, problemi renali, ostruzioni delle vie urinarie. Al contrario, il peso specifico diminuisce in caso di diabete insipido o insufficienza renale cronica;
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pH: per spiegare cosa sia il pH ci vorrebbe un vero e proprio trattato di chimica, e due parole non bastano. Possiamo comunque avvicinarci a questo concetto, considerando che il pH è una scala che indica se una sostanza è acida o meno. Se il pH è pari a 7, si definisce neutra, quindi né acida, né il suo contrario, cioè basica. Al di sotto di questa cifra, invece, la sostanza si può definire acida, ad esempio come il caffè, alcune note bevande frizzanti, fino a tutti i detergenti che riportano il nome di “acido”. In tutti i carnivori, quindi soprattutto nel cane e nel gatto, le urine sono acide, con un valore compreso tra 5.5 e 7.0, a causa della produzione di sostanze acide durante la digestione delle proteine contenute nella carne. Un pH troppo acido, cioè al di sotto di 5.5, può indicare un’alimentazione troppo ricca di proteine, vomito intenso, disturbi respiratori. Un pH poco acido, quindi basico, può invece indicare la presenza di infezioni batteriche, dieta carente di proteine;
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Glucosio: il glucosio deve essere assente nelle urine, perché normalmente i reni riescono a filtrarlo, in modo che rimanga nel sangue e non passi nelle urine. Di solito la presenza del glucosio nel campione, può indicare o che i reni non riescono a filtrare più bene il sangue, oppure che nel sangue c’è troppo glucosio, ad esempio in caso di diabete mellito;
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Sangue: nelle urine non devono esserci in alcun modo tracce di sangue. In questo caso possono esserci gravi problemi nell’apparato urinario. La presenza di sangue nelle urine prende il nome di ematuria;
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Proteine: i reni hanno il compito di filtrare tutto il sangue che circola del corpo, consentendo il passaggio nelle urine solo delle sostanze di scarto. Se il filtro si danneggia, molte sostanze necessarie per l’organismo possono finire nelle urine. Tra queste troviamo le proteine del sangue, che possono comparire nelle urine in caso di febbre, sforzo fisico, dieta iperproteica, colpo di calore, infezioni e infiammazioni dell’apparato urinario e altre patologie;
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Bilirubina: è una sostanza colorata prodotta dalla distruzione dei globuli rossi vecchi o danneggiati da parte dell’organismo. La bilirubina in parte viene riutilizzata dal fegato per produrre la bile, e in parte viene eliminata in forma di urobilinogeno attraverso le urine e le feci. Normalmente quindi la bilirubina non viene eliminata nella forma originaria nelle urine, per cui la sua presenza può indicare anemia emolitica, cioè quando vengono distrutti troppi globuli rossi, o ittero, cioè il suo aumento nel sangue per danni al fegato o calcoli epatici;
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Urobilinogeno: come abbiamo detto precedentemente, l’urobilinogeno è la forma con cui viene eliminata la bilirubina nelle urine e nelle feci. Non deve superare una certa soglia, altrimenti può indicare problemi al fegato e anemia emolitica;
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Chetoni: si tratta di particolari sostanze, dette anche corpi chetonici, che vengono prodotte durante la scomposizione dei grassi. Aumentano negli animali diabetici, in caso di digiuno prolungato o nelle diete ricche di proteine;
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Nitriti: sono delle sostanze che vengono prodotte da alcuni tipi di batteri, detti Gram positivi, come E. Coli, responsabile di molte cistiti batteriche.
L’ultimo esame che si può effettuare sul campione di urine è il sedimento urinario, che viene eseguito attraverso l’analisi delle urine al microscopio. Con l’opportuno ingrandimento è possibile riscontrare la presenza di:
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Leucociti: non sono altro che i globuli bianchi, che vengono inviati dall’organismo in presenza di infiammazioni, infezioni, tumore della vescica;
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Eritrociti: sono invece i globuli rossi, che si possono riscontrare nelle urine in caso di ematuria, ad esempio per infezioni delle vie urinarie, calcoli, traumi, tumore della vescica, infiammazione della prostata nel cane e nel gatto maschio;
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Cellule epiteliali: sono le cellule che rivestono la maggior parte delle strutture del nostro corpo. Possono “staccarsi” da un qualunque tratto delle vie urinarie, per finire nelle urine. La loro presenza può indicare infiammazioni o neoplasie;
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Cristalli: quelli di struvite, fosfato o carbonato di calcio indicano la presenza di calcoli nelle vie urinarie;
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Cilindri: sono delle strutture a forma cilindrica che si possono formare in qualunque tratto delle vie urinarie. Possono essere di vario tipo. Quelli più frequenti negli animali sono i cilindri cerei, eritrocitari, leucocitari, granulari, epiteliali e lipidici, che indicano la presenza di infiammazioni dell’apparato urinario. Quelli pigmentati, invece, compaiono in caso di problemi al fegato;
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Acido urico: questo parametro è fondamentale soprattutto nel cane Dalmata. Questa razza canina, infatti, è l’unica ad avere delle caratteristiche in comune con l’uomo. Quando mangiamo degli alimenti ricchi di proteine, ingeriamo molte sostanze contenute ad esempio nella carne, come le purine. Queste vengono digerite e scomposte dal nostro organismo, fino ad ottenere l’acido urico, che viene eliminato con le urine. Nei gatti e in tutte le altre razze di cani, invece, l’acido urico può essere scomposto ulteriormente in una sostanza ancora più piccola, che non crea problemi nell’apparato urinario. Quando si mangia troppa carne, come avveniva spesso nei secoli passati in alcune culture, l’acido urico prodotto dalle purine si accumula nelle articolazioni, causando una patologia nota come “gotta”. Inoltre, dato che l’acido urico forma dei cristalli, può facilmente indurirsi nelle urine durante la loro formazione nei reni, creando gravi problemi. Per questo il cane Dalmata ha bisogno di una dieta specifica, a basso contenuto di purine;
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Parassiti: i più frequenti sono i Capillaria plica nel cane e Dioctophyma renale nel cane e nel gatto;
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Funghi: Candida albicans, Cryptococcus neoformans e Rhodotorula sono solo alcuni dei funghi che possono colonizzare le vie urinarie degli animali.
Adesso che conoscete tutto sull’esame delle urine negli animali, la prossima volta che il veterinario vi consegnerà il referto delle analisi del vostro cane o del vostro gatto, non sarete impreparati.